Un pregiudizio pressoché diffuso associa il metodo Montessori ad un’idea di eccessiva libertà concessa ai bambini, una libertà non intesa come autonomia e che sfocia inevitabilmente nella disubbidienza e nel disordine.
Nulla di più lontano dalla realtà.
Per Maria Montessori infatti, la libertà e la disciplina non sono opposte ma, al contrario,sono collegate al punto da non poter vivere separatamente.
Nell’ultimo incontro del ciclo di conferenze “AIUTAMI A FARE DA SOLO: Educare alla libertà”, con l’intervento del Dr Carlo Alberti, Sociologo, Consulente e Formatore del personale educativo degli asili nido e delle scuole dell’infanzia, si è voluto approfondire proprio questo aspetto della pedagogia montessoriana: la libertà.
Maria Montesssori ha amato il bambino di un amore quasi mistico, ha compreso la sua difficoltà di dover vivere, seppur piccolo, come i grandi in mezzo ai grandi, di doversi servire degli stessi oggetti, spesso difficili per lui da usare, di doverne adottare le stesse idee anche se non infantili.
La difficoltà di dover star fermo pur volendosi muovere( è la sua natura che lo spinge al moto!!!) e di dover star zitto pur volendo parlare, la frustrazione di dover imparare a memoria ciò che invece vorrebbe capire da sé con la sperimentazione diretta.
Maria Montessori ha voluto, con il suo Metodo, sciogliere le catene che tengono legata l’infanzia ad un’ubbidienza che non è frutto di una disciplina interiore ma è imposta dall’esterno.
L’istruzione impositiva attualmente in vigore spesso soffoca la libertà del fanciullo e lo priva della possibilità di sperimentare nella propria vita la responsabilità e la forza di carattere che derivano dal’indipendenza.
L’obbedienza del bambino non è obbedienza ma sottomissione dovuta alla paura.
Secondo Maria Montessori, la disciplina la si deve invece ottenere per una via indiretta, attraverso un’attività attraente a cui l’individuo intimamente aspira perché solo il lavoro è in grado di ordinare la vita interiore della persona, la sua “personalità” appunto.
Il Dr Alberti ha confermato la grandissima differenza che molto spesso ha riscontrato tra la realtà di un nido e di una scuola materna “tradizionale” rispetto a quella di un nido ed una Casa dei Bambini montessoriani.
In queste ultime infatti, colpisce la disciplina dei bambini, il loro raccoglimento, la concentrazione quasi mistica con cui portano avanti il loro lavoro.
La maestra si muove lentamente e silenziosamente e chi non ha bisogno di lei, nemmeno si accorge che c’è.
Una simile disciplina non si potrebbe mai conquistare con l’imposizione, bisogna fornire a ciascun bambino il lavoro che sente il bisogno di fare in quel particolare momento
La disciplina diventa quindi la meta di un cammino di normalizzazione che porterà i fanciulli ad obbedire con gioia perché l’ubbidienza sarà percepita come un aiuto al proprio sviluppo naturale.
E’ questa quindi la differenza sostanziale: la disciplina conosciuta nelle scuole tradizionali è quasi sempre una disciplina esteriore, imposta, è il punto di partenza senza cui nulla può essere insegnato, quella montessoriana è invece una “disciplina interiore” , naturale, il felice punto d’arrivo dell’insegnamento.
Rosa Giudetti