Bresciaoggi – 14 giugno 2010

Madonnari a Brescia sul tema degli Inca – evento organizzato in collaborazione con l’associazione Alchechengi

 

Inca sempre più «bresciani» grazie all’arte dei madonnari
IN PIAZZA DEL MERCATO. Successo artistico e di pubblico per la prima edizione dell’evento promosso da «BluArt»
Il bresciano Mariano Bottoli: «Ho scoperto fin da bambino questa passione artistica che dura ormai da cinquant’anni»

Gessetti, vernici e pennelli utilizzati ieri dai madonnari in piazza

14/06/2010

La febbre degli Inca ha invaso anche piazza del Mercato. Sulla scia del successo riscosso dalla mostra allestita fino al 27 in Santa Giulia, ieri gli Inca e le civiltà precolombiane hanno ispirato nove madonnari all’opera open air. Tra i simboli più gettonati: serpenti, ghepardi e figure mitologiche simboleggianti la terra, il sole e la luna, gli elementi su cui fondava il mondo, secondo quelle antiche civiltà.
Lo spettacolo è iniziato verso le dieci, quando gli artisti sono entrati in azione: chi poggiandosi a terra e ricalcando un modello preparato a casa, chi creando il disegno dal nulla con un pezzo di carbone.
Tutti gli artisti si sono ispirati alla tradizione sacra delle civiltà del centro America, ma alcuni hanno aggiunto rielaborazioni personali: è il caso di Mariano Bottoli che, partendo dall’arte andina, ha richiamato Brescia. «La città è stata veneziana per un lungo periodo: perciò ho disegnato un serpente piumato con elementi legati alla tradizione pittorica veneta del Rinascimento – ha spiegato l’artista bresciano -. Quando creo comunico con il “genius loci” della città, traendo ispirazione per personalizzare i miei lavori». Un’attività, il madonnaro, che ha iniziato fin da bambino, mentre il padre dipingeva una tela. «Il mio primo contatto con l’arte risale a quando ero piccolissimo – ricorda Bottoli – e dura ormai da più di cinquant’anni».
E’ nata in modo diverso la carriera di Giovanna Rama, artista bergamasca che dopo aver lavorato in fabbrica è stata «folgorata» sulla via dell’arte. In realtà, la sua passione per il disegno era precedente, ma «solo» da vent’anni si è dedicata a tempo pieno all’attività. «La tecnica che utilizziamo noi madonnari, quella del gessetto, non viene insegnata in accademia, ma si impara solo facendo pratica – ha spiegato l’artista -: quindi sono autodidatta, come tutti gli artisti presenti qui». I risultati, però, sono notevoli: il soggetto ritratto, ispirato a un’opera di Diego Rivera – un volto di donna con la città di Tenochtitlan sullo sfondo – è stato molto apprezzato dai curiosi di passaggio in piazza del Mercato.
Lo stesso è capitato alle altre creazioni proposte, tra le quali un telo di grandi dimensioni con tutti i principali elementi della tradizione delle popolazioni precolombiane. Tra questi, un condor – il simbolo degli Inca -, un ghepardo e un serpente, ma anche maschere funerarie a ricordare la sintonia che quei popoli avevano con il mondo delle ombre, la città di Matchu Pitchu e un osservatorio del cielo: i capisaldi su cui si fondava la vita del tempo.
«I MADONNARI presenti a questa iniziativa fanno parte dell’associazione BluArt e vengono da Brescia, Bergamo, Milano, Mantova e Ivrea – ha spiegato Monica Del Mar -. Questo evento è l primo che raccoglie madonnari a Brescia, nonostante la tradizione sia nata già nel Medioevo: tanto che Giotto è considerato il capofila di questo settore».
Accanto ai disegni, nel pomeriggio è stata messa in scena un’altra iniziativa: dalle 15 alle 17 Claudio Bontempi, divulgatore scientifico che lavora per l’Unione astrofili bresciani, ha raccontato tre leggende tramandate dagli Inca ai giorni nostri. Vestito con un abito confezionato dalla moglie – ispirato a un indumento originale esposto a di Santa Giulia – Bontempi ha raccontato la storia della nascita del cielo, delle stelle e dell’ultimo imperatore inca. Un racconto affascinante, degna conclusione di una giornata magica.

Manuel Venturi