Bresciaoggi – 14/09/2012 – Daniela Savoldi: «Col violoncello ho “salvato” anche i Muse»

Bresciaoggi

14/09/2012

Daniela Savoldi: «Col violoncello ho “salvato” anche i Muse»

PERSONAGGI. Chiamata con Rodrigo d’Erasmo a suonare in «Exlporers» della band inglese.
E stasera è sul palco del teatro romano di Verona con Mannarino «Mi ha scelto – spiega – vedendo un’intervista di Brescia Punto Tv»


 

Brescia. Si può suonare il violoncello e finire nel disco rock dell’anno. Ricevere la chiamata giusta e ritrovarsi in mondovisione con l’inno di Londra 2012. È successo a Daniela Savoldi, bresciana, padre italiano e madre brasiliana. Una musicista di talento sopravvissuta magnificamente alla solita gavetta infinita. Tanto ha fatto che alla fine, dopo tanti bei nomi della scena indipendente, l’hanno chiamata perfino i Muse. Il loro nuovo album «The 2nd Law», attesissimo seguito del best-seller «The resistance», esce il primo ottobre: nel brano “Explorers” c’è un suo forte contributo melodico. Savoldi-bis da applausi, dopo la partecipazione alla canzone delle Olimpiadi «Survival».  E’ capitato all’improvviso – racconta Daniela, occhi luminosi e risata contagiosa -. Il merito è del produttore, Tommaso Colliva, con cui avevo già lavorato. Un lunedì di giugno mi ha mandato un sms per chiedermi se quel giovedì ero libera e mi andava di salvare i Muse! Nemmeno il tempo di rendermi conto che ero già all’opera alle Officine Meccaniche di Mauro Pagani». Altro bresciano.  «Con Rodrigo d’Erasmo, il violinista degli Afterhours, ho completato “Explorers”, un brano stile-Queen. Abbiamo realizzato anche le parti di archi di “Survival”, l’inno dei Giochi. Una melodia emozionante, molto italiana, morriconiana». È stata un’avventura breve ma intensa, sul filo del rasoio: «Il tempo stringeva, il leader Matthew Bellamy cambiava idea sull’arrangiamento in continuazione, bisognava fare in fretta. Alla fine i Muse erano in America, dovevano registrare. Si sono fidati di me e di Rodrigo».  Mr. Bellamy non è il primo a credere nelle qualità di Daniela Savoldi. La lista di collaborazioni è da applausi per livello e coerenza: Dente e Le Luci Della Centrale Elettrica, Calibro 35 e Marco Paolini, Corimè e Mannarino, con cui si esibisce stasera al teatro romano di Verona. «Siamo in 10 sul palco, oltre a Mannarino, per uno spettacolo che trasmette energia. In estate ci siamo divertiti a suonare davanti a platee di migliaia di persone e il tour non è ancora finito». Daniela, comunque, non ne fa una questione di numeri o di prestigio: va bene il Premio Tenco, ma contano anche le piccole produzioni alternative. «Mai prendersi troppo sul serio, in questo ambiente. Importante è la proposta, scomoda o difficile che sia. Ho iniziato a fare la musicista a vent’anni a Brescia, fuori dai circuiti romani e milanesi, ma Internet oggi azzera le distanze e ti porta in casa la musica che vuoi in ogni momento, se la sai cercare. Mannarino, per dire, mi ha scelto su Facebook, vedendomi intervistata in una puntata di “Luci della città” su Brescia.Tv».  Con i Muse sarà ascoltata in tutto il mondo, ma Daniela ha faticato troppo per esaltarsi adesso. A 33 anni resta ancorata alla realtà quotidiana della sua vita di musicista, in equilibrio fra l’esperienza maturata e la necessità di porsi sempre nuovi obiettivi. «Il prossimo sogno? Un disco solista un po’ electro, molto strumentale, con poche parti cantate. Ci sto lavorando».

Gian Paolo Laffranchi